Circolare 05.02.1998 n.2.9/156

Le procedure che implicano l’impiego a fini terapeutici di aghi e tagliemi possono comportare un
rischi di trasmissione di infezioni causate da patogeni a trasmissione ematica, oltre che di infezioni
cutanee, anche gravi, se non vengono scrupolosamente applicate le misure igieniche e di
prevenzione necessarie. In rari casi tali procedure hanno determinato anche infezioni sistemiche
gravi.
Numerosi sono, in letteratura, i casi di infezione trasmesse a seguito di piercing e tatuaggi.
Quest’ultima procedura è stata associata anche ad effetti tossici dovuti alle sostanze utilizzate per la
pigmentazione del derma.

1. Valutazione del rischi di infezioni prima del trattamento

Dal momento che non è possibile stabilire prima del trattamento chi è portatore di infezioni
trasmesse attraverso il sangue, è necessario applicare scrupolosamente le stesse misure per tutti i
soggetti.

2. Indicazioni di controllo

Le misure da applicare sono relative a 3 categorie:
a) norme igieniche generali,
b) misure di barriera e precauzioni universali,
c) misure di controllo ambientali.
E’ indispensabile che:
• coloro che effettuano procedure di tatuaggio o di piercing chiedano una specifica
autorizzazione all’azienda sanitaria locale competente per territorio che accerti
l’esistenza dei necessari standard igienici per l’effettuazione delle procedure;
• gli spazi dove vengono effettuate le procedure siano separati dalle sale d’attesa e da
quelle designate per la pulizia, la sterilizzazione e la disinfezione ad alto livello. Inoltre,
deve esistere una separazione netta tra le aree in cui vengono trattati presidi e materiali
sporchi e quelle in cui vengono conservati i materiali puliti e sterilizzati. La zona
“sporca” deve essere provvista di vasca con acqua calda e fredda per il lavaggio dei
materiali;
• i materiali che rivestono le pareti debbono essere impermeabili e facilmente lavabili;
• gli operatori debbono indossare guanti in lattice sterili monouso in tutte le fasi della
procedura , indipendentemente dal rischio di esposizioni al sangue;
• prima dell’esecuzione delle procedure l’operatore deve effettuare una valutazione dello
stato della cute per accertarne l’integrità. In particolare le procedure non debbono essere
effettuate su individui con lesioni cutanee o micosi o nel caso di ustioni;
• la massima attenzione deve essere posta nella manipolazione di apparecchiature e
strumentario utilizzati nell’esercizio dell’attività, soprattutto per quelli che possono
diventare pericolosi nel caso di manovre errate;
• dopo l’utilizzo i materiali monouso debbono essere eliminati correttamente in accordo
con le normative vigenti sullo smaltimento dei rifiuti, per ridurre il rischio di esposizioni
accidentali (L. 10.02.1989 n.45);
• i protocolli di disinfezione ad alto livello e di sterilizzazione debbono essere eseguiti
scrupolosamente.

3. Lavaggio delle mani e misure di barriera

Il semplice lavaggio sociale delle mani non è sufficiente: è indispensabile che prima e dopo ogni
procedura venga effettuato un lavaggio accurato con antisettico.
Il lavaggio delle mani va effettuato sempre indipendentemente dall’impiego di guanti sterili.
L’uso di misure protettive quali maschere ed occhiali è indispensabile.
E’ opportuno che l’operatore indossi un camice sterile monouso in caso di procedure di tatuaggio.

4. Decontaminazione e disinfezione dello strumentario

Gli strumenti debbono essere sottoposti a procedure di sterilizzazione con il calore o, a
alternativamente a disinfezione ad alto livello.
La sterilizzazione a vapore è il metodo di scelta per lo strumentario riutilizzabile (autoclave a 121°C
per un minimo di 20 minuti).
La sterilizzazione a calore secco deve essere effettuata a 170°C per 2 ore.
Nei casi in cui tali procedure non siano applicabili è possibile disinfettare gli strumenti, secondo le
caratteristiche costruttive e merceologiche.
Il ricorso alla disinfezione chimica ad alto livello deve essere limitato alle situazioni in cui non è
possibile applicare la sterilizzazione.
I disinfettanti ad alto livello più largamente utilizzati sono ipoclorito di sodio alla concentrazione di
5000 ppm e glutaraldeide al 2%.
Il materiale e gli strumenti da sottoporre a sterilizzazione o a disinfezione ad alto livello, debbono
essere accuratamente puliti prima dell’esposizione al germicida, seguendo le indicazioni del
produttore (dello strumento o dell’apparecchiatura) relative alla compatibilità degli apparecchi con i
germicidi chimici.
Gli strumenti e le apparecchiature decontaminati con germicidi chimici debbono essere
adeguatamente lavati ed asciugati prima del riuso.
Nella gestione dei disinfettanti chimici si applicano le norme di sicurezza previste dal D.lgs626/94 e
successive integrazioni e modifiche.

5. Decontaminazione degli schizzi di sangue

Il sangue in quantità visibile deve essere rimosso e successivamente l’area deve essere
decontaminata con germicidi chimici.
Quando si verifica uno spandimento consistente, l’area contaminata deve essere cosparsa da un
germicida solido (dicloroisocianurato in polvere o granuli) o liquido (composto di cloro) prima
della pulizia e successivamente decontaminata con germicida chimico.
In entrambi i casi debbono essere indossati i guanti durante le procedure di pulizia e
decontaminazione.

6. Misure per aghi, taglienti, strumenti e sostanze da utilizzare

Gli aghi e gli strumenti taglienti che perforano la cute o, comunque, vengono a contatto con
superfici cutanee integre o lese e/o con annessi cutanei, debbono essere sempre e rigorosamente
monouso.
Non esistono, infatti, “caratteristiche specifiche” tali da giustificarne un riutilizzo.
Tutti gli altri materiali e strumenti, diversi da aghi e taglienti, devono essere sterilizzati, dopo l’uso,
con mezzi fisici. Qualora non siano trattabili con il calore, è necessario che essi vengano sottoposti
ad un trattamento che garantisca una disinfezione ad alto livello.
Nel caso di procedure che implichino l’utilizzo di apparecchiature per tatuaggi (electric tattoogun)
con agli multipli che penetrano nella cute per portare i pigmenti in profondità, è necessario che:
a) la testata sulla quale sono montati gli aghi sia sterilizzata con calore umido;
b) gli aghi siano rigorosamente monouso;
c) i pigmenti da utilizzare devono essere atossici, sterili e certificati da parte di autorità sanitaria
nazionale od estera;
d) i contenitori dei pigmenti siano di piccole dimensioni e monouso (un contenitore per ogni
soggetto) ed eliminati dopo l’uso su ogni singolo soggetto anche se il contenuto non è stato
esaurito;
e) il circuito attraverso il quale passano i pigmenti sia sostituito, unitamente al contenitore dopo
ogni soggetto.

7. Precauzioni universali

Nel caso in cui l’operatore utilizzi pratiche che lo possono mettere a contatto con il sangue debbono
essere applicate le precauzioni universali, di cui al D:M. 28.09.1990, sia per quanto riguarda gli
aspetti connessi al contatto con il sangue, sia per quanto riguarda l’eliminazione dei presidi
utilizzati.
Tutti gli operatori debbono adottare le misure necessarie a prevenire incidenti causati da aghi, e altri
oggetti taglienti utilizzati durante l’esecuzione delle manovre: la pulizia dello strumento usato,
l’eliminazione di aghi usati e la manipolazione di strumenti taglienti dopo l’esecuzione delle
procedure.
Per prevenire punture accidentali con aghi, questi non debbono essere reincappucciati, o
volontariamente piegati, o rotti, o altrimenti manipolati. Dopo l’uso gli aghi e gli altri oggetti
taglienti debbono essere riposti, per l’eliminazione, in appositi contenitori resistenti alla puntura.
Contenitori resistenti alla puntura debbono essere sistemati in posizione vicina e comoda al posto in
cui debbono essere usati.

8. Smaltimento della biancheria e del materiale utilizzato per tamponamento e medicazioni

I tamponi di garza e il cotone idrofilo o qualsiasi altro mezzo ( carta monouso) utilizzato per
asciugare il sangue fuoriuscito per esercitare pressione sulla sede della procedura debbono essere
eliminati secondo le modalità di seguito riportate.
La biancheria sporca deve essere maneggiata quanto meno è possibile, posta in sacchi nel luogo di
utilizzo.
La biancheria, i tamponi ed altri mezzi eventualmente sporchi di sangue o contaminati da altri
liquidi biologici debbono essere posti in sacchi impermeabili, da utilizzare anche per il trasporto.
Se si usa acqua calda per il lavaggio, la biancheria contaminata deve essere lavata con idoneo
detersivo ad una temperatura superiore a 71° C per 25 minuti.

9. Indicazioni finali

Le indicazioni in precedenza riportate prevedono:
a) l’adeguata formazione degli operatori che eseguono piercing e tatuaggi su: anatomia ed
istologia dell’apparato tegumentale, modalità di trasmissione delle infezioni, igiene,
disinfezione e sterilizzazione;
b) l’esigenza di un rigoroso rispetto, da parte degli operatori, delle indicazioni in precedenza
riportate;
c) l’indispensabilità della diffusione delle raccomandazioni a tutti i contesti in cui vengono
eseguite procedure di piercing e tatuaggio;
d) la necessità di verifica dell’applicazione delle raccomandazioni da parte delle autorità
sanitarie;
e) la promozione di una campagna di educazione sanitaria nelle scuole, sui rischi connessi alle
procedure di tatuaggio e piercing.
Si richiama, inoltre, l’esigenza di informare gli utenti sul rischio di trasmissione di malattie infettive
correlato alle procedure di tatuaggio e piercing su particolari parti del corpo. A tale scopo è stato
elaborato il memorandum allegato.

MEMORANDUM PER CHI SI SOTTOPONE A TATUAGGIO O INSERIMENTO NELLA CUTE DI ANELLI OD ORECCHINI (PIERCING)

> Ti sei consigliato con qualcuno più vecchio di te?
> Lo sai che il tatuaggio consiste nell’introduzione nella cute di pigmenti di varia natura?
> Lo sai che è definitivo e che per allontanarlo, qualora possibile, è necessario un intervento di
chirurgia plastica?
> Lo sai che con il tatuaggio o con l’inserimento nella cute di anelli od orecchini sono
potenzialmente trasmissibili diverse malattie infettive tra le quali le epatiti e l’AIDS?
> Lo sai che il rischio di malattie infettive è notevolmente ridotto o eliminato con il rispetto da
parte dell’operatore di alcune norme fondamentali di igiene, disinfezione e sterilizzazione ?
> Sei portatore di una malattia della pelle? In tal caso consigliati prima con il tuo medico?
> Lo sai che puoi essere o diventare allergico ai pigmenti o ai metalli?
> Lo sai che sulla pelle infiammata non si possono fare tatuaggi o inserire anelli od orecchini
per la possibilità di gravi infezioni?
> Hai capito bene quali sono i rischi a cui ti esponi?

Chiarimenti forniti dal Consiglio Superiore della Sanità

Circolare del Ministero della Sanità del 16.07.1998 n.2.8/633

1. Corsi professionali obbligatori

Nelle more della organizzazione dei corsi di formazione obbligatoria per gli esercenti le attività di
tatuaggio e piercing, si dovrà consentire la prosecuzione dell’attività per coloro che già esercitano
l’effettuazione di tatuaggi e piercing, fermo restando il rilascio dell’autorizzazione da parte
dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio alla verifica delle condizioni igieniche. Gli
esercenti che già svolgono l’attività sono comunque obbligati al superamento dei primi corsi, una
volta attivati. Il requisito dei 10 anni di scolarità appare irrinunciabile per l’apprendimento degli
argomenti oggetto di studio e per il corretto esercizio dell’attività di cui trattasi.

2. Colori da utilizzare nelle attività di tatuaggio

I pigmenti da utilizzare devono essere atossici e sterili. In via transitoria, in attesa della definizione
di modalità praticabili per la certificazione di innocuità ed atossicità da parte dell’Istituto Superiore
della Sanità, si ritiene sufficiente l’autocertificazione da parte delle aziende produttrici. Fermo
restando quanto previsto in tema di preparazioni monouso, si precisa che i flaconi dovranno essere
dotati di valvole non di ritorno.

3. Manifestazioni pubbliche o Conventions

Si ritiene che possano essere autorizzate dalle competenti Autorità Sanitarie Locali, manifestazioni
di confronti di esperienza da parte di tatuatori, purché vengano garantite le condizioni di sicurezza
ed il controllo da parte dei servizi di igiene pubblica, anche tramite la vigilanza sulle esecuzioni
delle pratiche, ed in particolare:
a) locali, anche prefabbricati, con pavimenti e superfici rivestiti con materiali impermeabili e
facilmente lavabili, prevedendo distinte aree per l’attesa, l’esecuzione delle pratiche, la
conservazione dei materiali puliti e sterilizzati e del materiale monouso, la detenzione dei
presidi e materiali sporchi;
b) possibilità di utilizzo di pannelli trasparenti per l’osservazione delle attività da parte degli
spettatori in condizioni di sicurezza ed igiene;
c) deve essere disponibile un’area dotata di attrezzatura per la sterilizzazione dei materiali.

4. Guanti monouso o misure di barriera

Si ritiene che, fermo restando le precisazioni delle indicazioni di controllo previste dalle linee guida
già citate, gli operatori posano indossare guanti in lattice monouso. Per quanto attiene le misure in
barriera si può considerare non obbligatorio l’uso degli occhiali protettivi, fermo restando l’obbligo
di uso delle maschere. Resta ferma la necessità di indossare un camice monouso anche senza
obbligo di sterilità.